Nomine San Matteo. Il peggio accade.
Ecco la rassegna stampa del 22/12 dalla Provincia Pavese e dal Corriere sella Sera, precedute dal comuncato stampa diffuso dagli Amici di Beppe Grillo di Pavia
Comunicato.
Formigoni ha proposto di nominare un pregiudicato come direttore generale del San Matteo.
Il consiglio di amministrazione non ha avuto nulla da dire, a parte il tentennamento di uno dei consiglieri (Mazza - PD) che si è astenuto.
Prendiamo atto di questa scelta che offende il San Matteo e l'intera città.
Come conferma lo stesso direttore fresco di nomina in una intervista alla Provincia pavese del 22 dicembre, sul suo capo pende una condanna a due anni per falso e abuso di ufficio, condanna che ha passato i tre gradi di giudizio ed è stata confermata in Cassazione.
La vicenda riguarda le irregolarità compiute in un appalto per forniture informatiche in cui il DG, all'epoca al Niguarda, aveva fatto in modo che la fornitura venisse assegnata ad un "imprenditore amico". Per non dover procedere ad una vera e propria gara, l'aveva inoltre suddivisa in più lotti, compiendo un'azione contraria alla legge. Non si tratta di una questione da poco e inoltre attiene specificatamente il ruolo istituzionale di un DG.
Dopo averci assuefatti in questi anni alle nomine politicizzate il sistema della sanità lombarda ha fatto un passo avanti e sfondato un'altra soglia psicologica, sdoganando i condannati.
Non c'erano altre soluzioni? Tra i circa cinquecento candidati per 50 posti tra ASL, ospedali e istituti di ricerca (IRCSS), non se ne trovava uno con un curriculum giudiziario decente?
Per quanto ci riguarda continueremo nella nostra operazione di informazione confidando in una reazione della città. E parliamo dei singoli cittadini perchè per le forze politiche e per le istituzioni pavesi questa nomina sembra che vada benissimo.
Gli Amici di Beppe Grillo di Pavia
E qui sotto le notizie
Dal Corriere del 22/12/07
Il caso: 2 anni per abuso d’ufficio non hanno impedito la “promozione” di Caltagirone
POLTRONE, LA CONDANNA NON E’ UN OSTACOLO
Una condanna definitiva a 2 anni (con la sospensione condizionale) per i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico non ha avuto ripercussioni sulla nomina di Pietro Caltagirone al San Matteo.
Quando la Regione Lombardia tempo fa ha riscritto i criteri di idoneità alle nomine dei manager della sanità, tra i requisiti ostativi ha inserito le condanne definitive per una serie di reati.
Tra essi, però, non c’è l’abuso d’ufficio; e, se a impedire la nomina, può essere una sentenza di condanna per falso materiale, non è invece un ostacolo la condanna (come nel caso di Caltagirone) per falso ideologico.
Il processo conclusosi in primo grado nel 2003 e poi approdato in Cassazione nel 2005 aveva scandagliato i rapporti tra la società d’informatica Easycard srl amministrata dall’imprenditore Franco Maggiorelli (nel frattempo morto) e il mondo della sanità pubblica cittadina nel 1998.
L’accusa, sostenuta dal pm Francesco Prete, contestava le modalità di assegnazione dell’auditing informatico da 250 milioni di lire per l’Asl Città di Milano, per il Fatebenefratelli, e per l’Ussl 36di cui era commissario straordinario Caltagirone, poi direttore generale del Niguarda.
Maggiorelli (già consigliere dell’Inter e teste nelle inchieste sulla cerchia di amici dell’ex pm Di Pietro) obiettava che l’assegnazione dei lavori di auditing sarebbe stata corretta anche a trattativa privata; mentre i manager della sanità pubblica rivendicavano di avere fatto risparmiare soldi rispetto alla gara pubblica.
Ma il tribunale (collegio tutto femminile, Gandus-Lacaita-Vitale), con sentenza confermata in Cassazione, aveva ritenuto, in base ad atti amministrativi e intercettazioni, che Maggiorelli fosse stato privilegiato sin dall’inizio, in una trattativa privata appena abbellita dall’invito rivoltogli dai manager ospedalieri a “scritturare” almeno altre due aziende partecipanti.
Caltagirone non si è arreso neppure davanti alla Cassazione: davanti alla Corte europea di giustizia, infatti, pende un suo ricorso su un prospettato errore di diritto nella sentenza, che l’ordinamento italiano non permetterebbe di rimuovere.
Dalla ProvinciaPavese del 22/12/07
Nomina lampo per Caltagirone
Scelto da Formigoni e accettato dal consiglio ieri pomeriggio In tarda serata si è già insediato il nuovo direttore generale
PAVIA. Pietro Caltagirone è il nuovo direttore generale del San Matteo. Si è insediato ufficialmente ieri sera e stamattina sarà già nel suo nuovo ufficio pavese. Poco prima delle 21 il consiglio d’amministrazione ha votato quasi all’unanimità (con la sola astensione di Giancarlo Mazza, ds) il nuovo manager, proveniente dall’azienda ospedaliera di Lecco. Tra i primi designati dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, nel giro di valzer dei direttori generali lombardi. Dalla riunione al Pirellone di ieri pomeriggio sono uscite le nomine di due ircss, San Matteo di Pavia e Besta di Milano. Entro il 31 dicembre saranno assegnate le altre 47 poltrone strategiche della sanità lombarda, compresa l’Asl pavese (Maurizio Amigoni dovrebbe spostarsi proprio a Lecco e Luigina Zambianchi, direttore sanitario al policlinico forse a Cremona).
L’indicazione di Formigoni è stata trasmessa in serata dal presidente della fondazione, Alberto Guglielmo, ai consiglieri.
Nel salone illuminato a festa a un’ora inconsueta per il San Matteo il nuovo direttore generale ha stretto la mano a Maurizio Niutta che ha traghettato il policlinico da novembre - data in cui lo “storico” dg Giovanni Azzaretti se ne è andato, dopo un lungo e travagliato scontro al vertice - fino a ieri. Niutta, legato alla famiglia di Forza Italia ma non fedelissimo dell’assessore regionale Giancarlo Abelli, tornerà - «già questa mattina» dice - nel suo ufficio alla direzione generale dell’Asp, l’azienda servizi alla persona dalla quale era in aspettativa. Con una e-mail, fatta circolare tra i dipendenti, Niutta «ringrazia tutti». In questo breve periodo, scrive, «anche se non ho potuto incontrare materialmente tutti, ho compreso la grandezza, l’importanza e la strategicità di questo ospedale. Ma chi lo rende grande siete voi». (m.g.p.)
«Subito al lavoro, qui c’è tanto da fare» Nel suo ufficio già da questa mattina. E presto arriva il suo staff MARIA GRAZIA PICCALUGA
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IL CASO Al voto il Pd si è diviso PAVIA. L’ha ammorbidita con intenti propositivi e dichiarazioni di fiducia ma l’astensione del consigliere Giancarlo Mazza (Ds) è arrivata come previsto. Non ha seguito invece gli ordini di scuderia del Pd il consigliere Ettore Filippi che, motivando la sua decisione, ha dato il suo voto al nuovo direttore generale. |