sabato 31 gennaio 2009

Arieccoli!

Ce l'avevano promesso. E puntuale come una cambiale in scadenza è arrivata la notizia: in Regione si ritorna a parlare di parchi.
La premiata ditta Comunione & Circonvallazione (ispirata ai sacri ideali crisitani) e la Lega (paladina della difesa del territorio) confermano il "grande disegno" per la Lombardia, all'interno del quale lo smantellamento dei parchi è un tassello importante. La raffinata analisi e la conseguente strategia si riassumono in pochi punti.

Il problema: Sviluppare il terrorio
Come: Innervandolo di strade
Perchè: Perche poi ci si può costruire intorno di tutto
Quali ostacoli bisogna superare: I vincoli di legge, le tutele, la lentezza dei procedimenti




Da Repubblica
Regione, torna la legge ammazza-parchi
Il provvedimento sarà discusso in aula nelle prossime settimane, ma i verdi e le associazioni ambientaliste stanno già affilando le armi (di Andrea Montanari)
Parco Sud Parco Sud
Nuovo allarme sul destino dei parchi e delle aree verdi delle città lombarde. Dopo lo stop del consiglio regionale, che ha rispedito circa un anno fa in commissione Ambiente la proposta di legge sui parchi sostenuta dal centrodestra, sembra che un nuovo pericolo si stia per abbattere su aree finora protette. Quello dell’arrivo di una nuova colata di cemento.

Il relatore del progetto di legge sulla riforma delle aree protette, il consigliere regionale Giuseppe Giammario (Forza Italia), ha illustrato il nuovo testo. Spicca all’articolo 8, fra l’� altro, che se è vero che «la giunta regionale nella fase istruttoria del coordinamento del parco o delle sue varianti garantirà il confronto tra l’ente gestore e il comune, in caso di conflitto tra un parco e un ente locale, l’ultima parola spetterà al Pirellone». Senza contare che in futuro spetterà sempre alla giunta anche la nomina dei nuovi presidenti dei parchi.

Il provvedimento sarà discusso in aula nelle prossime settimane, ma i verdi e le associazioni ambientaliste stanno già affilando le armi. Oggi il 20 per cento del territorio regionale è incluso in aree protette, il doppio della media nazionale. Si tratta di 550mila ettari di suolo lombardo, suddivisi in 22 parchi regionali, 63 riserve naturali, 29 monumenti naturali, 81 parchi locali di interesse sovracomunale. Aree che, almeno sulla carta, finora sono state sottratte alla speculazione edilizia. E che attualmente sono destinate alla conservazione della natura, all’agricoltura e al turismo.

«Una deregulation urbanistica sarebbe la capitolazione totale rispetto agli interessi legati al cemento», denuncia il presidente di Legambiente, Damiano Di Simine. Mentre il verde Carlo Monguzzi e Pippo Civati (Pd) invitano «a una nuova grande mobilitazione come fu quella contro l’emendamento ammazza parchi». Non saranno risparmiate nemmeno le cosiddette aree standard delle città. Ovvero le aree che in base al piano regolatore dovevano essere destinate al verde a alla costruzione di servizi sociali come scuole o asili. Scaduto il termine di cinque anni i comuni potranno farne ciò che vogliono. A patto di utilizzarle per nuova edilizia popolare.

Housing sociale, come l’ha definito l’assessore comunale al Territorio, Carlo Masseroli, che ha annunciato il via libera del Comune a giorni. Il suo collega al Pirellone, il leghista Davide Boni, non è contrario, ma pone alcuni paletti. «I Comuni avranno a disposizione un altro anno per completare i piani generali del territorio. Per quelli che hanno un bisogno abitativo elevato come Milano si potranno utilizzare anche aree attualmente destinate a verde e parcheggi. Ma solo nella fase transitoria. In quella di applicazione dovranno assicurare un supporto effettivo di spazi adeguati al verde e ai giochi per l’infanzia».