martedì 15 maggio 2007

Wi-Max .... una piccola indagine

Cos'è?

Il WiMax, la tecnologia per la trasmissione dati senza fili con una portata fino a 50 chilometri e una velocità di connessione che può arrivare a 70 megabit al secondo, potrebbe trasformare il mondo delle telecomunicazioni in modo radicale. Una tecnologia “buona”, di cui tutti si dicono convinti delle grandi potenzialità, tanto che molti produttori di componentistica stanno costruendo componenti Wimax da inserire nei Pc e in molti Paesi europei sono state già assegnate le frequenze (http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&chId=30&artId=665431).

Una definizione su WikiPedia

Wi-Max si affianca alle altre tecnologie di trasmissione dati senza fili.

Quali gli obbiettivi

  • Superare l'"esclusione digitale" che colpisce territori poco coperti perchè poco appetibili dai grandi fornitori di servizi internet (zone montane ad esempio).
  • Consentire alle pubbliche amministrazioni illuminate di fornire connettività gratuita ai cittadini, INTENET e TELEFONIA


Quali le novità?

L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha di recente definito i termini per la gara per le frequenze.
Qui il sito dell'Autorità con il comunicato stampa sulle procedure per l'assegnazione dei diritti d'uso.

Qui sotto un articolo di Carmine Fotina dal Sole24Ore che riporto per intero perchè sintetizza la problematica.


Licenze wi-max: l'Agcom vara le regole. Gare in macro-regioni

Si avvicina la gara per l'assegnazione di frequenze radio wimax. Il nuovo sistema di trasmissione internet a banda larga non è ancora partito, ma già fa discutere. Hanno fatto discutere i tempi lunghissimi con cui il ministero della Difesa ha liberato le frequenze (solo una parte per ora) mettendole a disposizione del ministero delle Comunicazioni; fanno discutere le reali potenzialità tecnologiche di questo sistema e ci sarà da discutere di certo sulle regole fissate per procedere all'assegnazione. Il Regolamento è stato approvato ieri dall'Autorità per le comunicazioni (relatori Giancarlo Innocenzi e Michele Lauria), entro l'estate toccherà al ministero delle Comunicazioni indire una gara. Si tratterà di un'asta con rilanci multipli: nel bando il ministero dovrà definire l'importo minimo per ciascuna area geografica e ciascun blocco di frequenze. L'Autorità ha previsto tre licenze, nella banda a 3,5 gigahertz, per ogni area (per i primi due lotti si andrà da un minimo di due a un massimo di 4 regioni). Il terzo lotto sarà limitato a una sola regione e soprattutto sarà riservato agli operatori "nuovi entranti", cioè quelli che non hanno già frequenze per offrire servizi comparabili al wimax.

Un buon passo, su cui però non mancheranno dissensi. Gli operatori mediopiccoli infatti (e con loro l'associazione di settore Anfov) si aspettavano una mossa più coraggiosa, cioè una misura asimmetrica nei riguardi di Telecom Italia e degli operatori mobili con posizione dominante nel mercato dell'accesso telefonico, differendo il loro ingressonel mercato del wimax per uno o due anni.Ma ilregolamento dell'Autorità non lo prevede. Stabilisce invece che per tutti e tre i lotti sia possibile presentare un'offerta per più aree geografiche fino a raggiungere la dimensione nazionale. Da verificare il punto in cui si parla di «criteri di idoneità tecnica e commerciale» per partecipare alla gara: una potenziale barriera che preoccupa i piccoli provider. Saranno previsti obblighi minimi di copertura da raggiungere entro 30 mesi. Secondo quanto annunciato ieri dall'Agcom gli assegnatari pagheranno solo il costo della licenza, che durerà 15 anni, e non un canone annuo.

Il wimax consente sulla carta, in condizioni ottimali,di scavalcare l'"ultimo miglio" di Telecom Italia e portare banda larga in tuttaItalia,aprendo la concorrenza e limitando il digital divide.

Oltre a quella di quasi tutti i gestori di telefonia fissa, c'è l'attenzione di operatori televisivi come Sky e Rai (anche Mediaset potrebbe essere interessata) e di Poste Italiane, che ha già annunciato l'ingresso nella telefonia mobile come operatore virtuale. Per l'asta comunque, vista anche l'esperienza di altri Paesi, si prevedono risultati modesti (qualche decina di milioni di euro). Niente di paragonabile alle spese folliai tempi delle licenze Umts.


  • Qui una intervista a Roberto Mircoli (Cisco Italia) dove oltre a chiarimenti tecnici si parla dell'esperienza della provincia di Brescia che ha coperto una parte del suo territorio. In questo caso sembra essere un servizio a pagamento per il cittadino.
Chi si sta muovendo tra le pubbliche amministrazioni (accessi gratuiti per il cittadino)
  • Sul MeetUp di Pordenone l'esperienza di questo Comune che sta avvicinandosi al Wi-Max.
  • Tra le possibili evoluzioni il WI-Next 21 piccoli Comuni delle Langhe l'hanno adottato per cablarsi.
  • Latina intanto decide di cablare alcune zone con il WiFi (biblioteche, piazze, interi quartieri).
  • Anche ReggioEmilia e Belluno credo si stiano muovendo.
Se avete altri casi fatemi sapere che integro

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono di belluno ma nessuno mi ha detto nulla riguardo wi-max a bl.
a.