lunedì 22 ottobre 2007

La commissione europea ci tira le orecchie per l'inquinamento dell'aria


Il PM10 proprio non lo vogliamo abbattere. L'anidride solforosa nemmeno.
I soliti Italiani, prendiamo gli impegni così, con una leggerezza che sembra il volo di una farfalla, vanesi e azzeccagarbugli insieme, sempre lì a cercare di rifilare una patacca al fesso di turno.
Ma torniamo al nostro presunto torto.
Secondo la commissione europea, che ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, nella lotta agli inquinanati atmosferici non ci mettiamo il giusto piglio agonistico.

Secondo loro le nostre politiche non vanno nella direzione di limitare i processi combustivi nel mondo dei trasporti, cioè di favorire il ferro ricusando la gomma e di incrementare il trasporto pubblico o collettivo a discapito di quello privato, nè emerge quella grinta, salutare per il successo di un'impresa, nel diffondere buone pratiche edilizie che impongano di fatto la costruzione di case passive, ecologiche nei materiali e negli impianti, nè, più in generale, si intravede una sincera ed interiorizzata sensibilità per le tematiche ambientali e del territorio.

Che sia un problema e non un caso isolato lo conferma il numero di procedimenti in corso, 27 se la memoria non mi tradisce, per negligenze varie relative a discariche, aree da bonificare, ecomostri, devastazioni ogni tipo.

Nel caso di specie da anni eccediamo di oltre il triplo il numero di giornate consentite per il superamento dei limiti per l'anidride solforosa. Perlomeno in molte città della pianura padana. Cosa facciamo per uscire da questa situazione? Poco o niente dice la commissione UE.

Non è vero. Vorrei, qui, spezzare una lancia a favore della Regione Lombardia oggetto del richiamo europeo, ma anche delle Province più o meno direttamente parti in causa insieme ai Comuni nella gestione del territorio e della viabilità. Sono tutt'altro che inattivi. A puro titolo di esempio (e limitatamente alla provincia di Pavia):

- hanno concepito un nuovo tratto autostradale che collegherebbe Broni a Mortara in modo da dirottare oltre 45000 veicoli al giorno tra Oltrepò e Lomellina. Si tratterà di traffico di passaggio proveniente dal milanese e auto-indotto proprio a causa della disponibilità del nuovo percorso, il nuovo traffico si sommerà a quello locale.
- non hanno adeguato, in questi anni, il patrimonio stradale esistente nè proposto soluzioni ragionevoli per i problemi di mobilità locali, favorendo in questo modo la srutturale congestione viabilistica
- hanno lasciato che la provincia di Pavia diventasse terra di conquista per logistiche e interporti
rendendo ineluttabile un incremento ulteriore di traffico pesante
- non hanno avuto nulla da dire sull'incremento del 50% della più grande raffineria di petrolio italiana a Sannazzaro de' Burgundi
- nè sul raddoppio dell'inceneritore di Parona (recentemente balzata alle cronache per il superamento continuo dei limiti di soglia del PM10).

Questi sono fatti. Con quale coraggio si può dire che le istituzioni non stanno facendo niente per il PM10 e per il biossido di azoto (o anidride solforosa che dir si voglia)?

Qui un commento sulla notizia da parte di Legambiente.

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