venerdì 2 novembre 2007

Parco del Ticino, arrivano i soldi dopo il consenso sulle nuove opere. Voto di scambio?


Parco del Ticino. Milena Bertani chiude il suo primo mandato. I complimenti se li fa da sola vantando il recuperato rapporto con la Regione Lombardia come principale successo della sua gestione. Un successo pagato troppo caro. Perchè a farne le spese è l'ambiente che il Parco dovrebbe tutelare. La contropartita? Soldi. Dice infatti la Bertani che il rinnovato rapporto con enti e istituzioni ha portato tra l'altro "risorse finanziarie cospicue". Tutto è stato molto facile, è bastato dire "sì" ad ogni progetto della Regione, autostrada Broni Mortara in primis.
Riassumendo: l'Ente parco decide che è più importante il buon rapporto con l'istiuzione da cui dipende piuttosto che il ruolo assegnatole dallo statuto, ma ancor prima dallo spirito che ha motivato l'istituzione di un Parco per il Ticino. Ed ecco che alla virata nella gestione corrisponde una pioggia di finanziamenti dalla Regione. Il cerchio si chiude.
E' esagerato dirsi indignati per questo scambio? Che concede pezzi di parco per una ipocrita "pace" fra le istituzioni. Se il controllore non controlla più che succede? Le maglie si fanno larghe e i progetti voraci, aeroporti e strade, procedono senza intoppi. Nemmeno formali, ricordiamo ad esempio il voto favorevole alla prima conferenza dei servizi, sempre sull'autostrada Broni Mortara, da parte dell'Ente Parco che in quel caso disse di "non voler andare contro la volontà dei sindaci".
Il consumo di suolo cresce in maniera dissennata, il genere umano, come una specie che ha perso il senso del proprio essere, sta divorando il substrato che lo tiene in vita. E se anche in quelle zone che ci siamo impegnati a tutelare, nulla ferma il cemento si spiega perchè il resto del territorio sia così malconcio.

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