venerdì 25 gennaio 2008

Nuovi insediamenti sul territorio: comitati di cittadini contro comitati di affari.


A commento del corsivo di Angelo Pezzali, la lettera del Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara.


Nel suo corsivo sulla Provincia Pavese di domenica 20 gennaio Angelo Pezzali commenta il continuo e spontaneo sorgere di comitati di cittadini contro quasi tutti i progetti di nuovi insediamenti in provincia. Logistiche, interporti, autostrade, discariche di vario tipo, raddoppio di inceneritori, raddoppio di raffinerie, impianti per la produzione di etanolo, mega-centri commerciali, per non parlare della crescita indiscriminata di insediamenti abitativi (villettopoli). Landriano, Zinasco, Parona, Sannazzaro, Bressana, Corteolona, San Martino Siccomario, Borgarello, Galliavola, i comuni che insistono sull'asse della prevista autostrada Broni-Pavia-Mortara sono solo alcune delle località interessate dal fenomeno.

Cerchiamo di analizzare gli elementi comuni a questi progetti per capire se hanno un senso le reazioni spesso esasperate dei cittadini.
- In nessun caso è previsto il riutilizzo di aree dismesse (che non mancano), ovunque è più comodo costruire su terreni agricoli che in questo modo vanno persi per sempre.
- Manca il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che riguardano il loro futuro, si lavora dietro le quinte e si presentano le proposte quando i giochi sono fatti, gli impegni presi, le carte firmate.
- C'è sempre di mezzo un comitato d'affari e questi comitati sono fortemente interconnessi con politici e amministratori per cui non si capisce più chi decide la pianificazione del territorio e quali interessi si vanno a tutelare. I vantaggi per i Comuni che hanno già accettato di avere sul loro territorio impianti "ingombranti" sono tutti da dimostrare, vuoi per il mancato rispetto degli impegni (come nel caso dell'inceneritore di Parona) vuoi per i costi indotti dalla crescita dei centri abitati che ricadono inevitabilmente sulle amministrazioni locali e annullano l'iniziale, apparente, guadagno dovuto a oneri di urbanizzazione e ICI.
- I nuovi insediamenti prevedono forti incrementi negli spostamenti di merci e materiali, quasi sempre affidati ai TIR e garantiscono quindi un peggioramento della qualità dell'aria che, come è emerso con chiarezza in questi mesi, è già oltre i livelli di guardia in tutta la provincia, compresa la "verde" Lomellina. Peggiorerà quindi il traffico, dovremo stare più tempo in coda, saremo costretti a realizzare nuove strade, che a loro volta porteranno nuovi insediamenti e nuovo traffico, consolidando un circolo vizioso che andrebbe invece interrotto. A meno che il nostro modello non sia l'hinterland milanese e l'obbiettivo clonare indefinitamente l'esperienza urbanistica di Rozzano.

Ogni iniziativa ha poi specifici elementi di anomalia, di superficialità progettuale, di mancanza di buon senso, in omaggio ad una pasticciata teoria del "fare" per cui l'importante è "fare qualcosa" curandosi poco del "come", del "perchè", del "dove" e delle conseguenze a medio e lungo termine. Lontani dai migliori esempi europei giochiamo una partita di retroguardia e incapaci di applicare idee innovative continuiamo a svendere i gioielli di famiglia. Per contro le associazioni ambientaliste e le molte voci autorevoli della società civile, che suggeriscono approcci sostenibili ai problemi, raramente trovano credito.

Angelo Pezzali conclude amaramente e si chiede, di fronte ai comitati dei paesi "ricchi e arrabbiati", se non sia ormai troppo tardi per le loro proteste e le loro accuse. Il pessimismo è d'obbligo. E' tardi in effetti, i danni a paesaggio, ambiente e territorio sono sotto gli occhi di tutti e nessun cambio di direzione arriverà spontaneamente dalle istituzioni o dai partiti che, anzi, salvo qualche eccezione, confermano la tendenza (ad esempio, a livello regionale, mettendo mano al quadro normativo per ridurre le tutele per i parchi e le aree libere). E' tardi purtroppo, ma non ci sono altre strade se non una diffusa presa di coscienza dei problemi ambientali. Ai cittadini, al loro risveglio e alla pressione che possono esercitare sui politici sono affidate le uniche speranze di rallentare il saccheggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Perche non:)