“Sviluppo (in)sostenibile e consumo di suolo
Italia Nostra, sezione di Pavia - Comitato agricoltori per la tutela del territorio
Il suolo è una risorsa finita e non rinnovabile. A subire la maggiore pressione che viene dalla urbanizzazione sono i suoli delle pianure, che la provincia di Pavia possiede in abbondanza. Si tratta di suoli tra i più fertili al Mondo, una risorsa economica di valore strategico. Questa sintesi riassume i dati contenuti in una relazione sul consumo di suolo agricolo che è possibile consultare nella sua versione integrale al sito www.piccolaterra.com. Fonte dei dati sono l’ISTAT, l’Ente Regionale di sviluppo agricolo (E.R.S.A.F.) e l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale (A.R.P.A.).
L’analisi di tali dati dimostra che il consumo di suolo nel territorio provinciale a partire dal 1950 sta procedendo a ritmi preoccupanti, secondo un modello di sviluppo che certamente non risponde alle esigenze del tanto sbandierato (ma molto ignorato) “sviluppo sostenibile”.
Dal dopoguerra ad oggi nella montagna e nella collina dell’Oltrepo Pavese si è registrato un accentuato spopolamento, cui si è accompagnata una riduzione degli spazi coltivati e un incremento della superficie forestale. In pianura la popolazione è cresciuta a partire dal dopoguerra, per poi assestarsi su valori sostanzialmente stabili in tempi più recenti. In linea con le tendenze che si manifestano su scala nazionale, nei centri maggiori (Pavia, Voghera, Vigevano…) si è registrato nell’ultimo decennio una contrazione demografica. Nel medesimo periodo si è registrata una continua dilatazione degli spazi urbani che ha interessato, se pure in maniera diversa, tutti i Comuni della pianura.
Passando ad esaminare i numeri, si può dire che nel 1950 (dati ISTAT) lo spazio urbanizzato in provincia di Pavia rappresentava il 3,4% del territorio, mentre nel 1998 le superfici impermeabilizzate (centri abitati, strade…) assommavano al 7,8% (dati geosatellitari elaborati da E.R.S.A.F., progetto D.U.S.A.F.).
Anno | 1950 | 1998 | 1950 (%) | 1998 (%) |
Superficie non urbanizzata | 286373 | 273288 | 96,7 | 92,2 |
Superficie urbanizzata | 10097 | 23182 | 3,4 | 7,8 |
Risulta pertanto che tra il 1950 e il 1998 sono stati urbanizzati 13.085 ettari circa, equivalenti a 196.000 pertiche milanesi di terra agricola e forestale. Detto in altri termini, nell’arco di poco meno di un cinquantennio le aree urbanizzate hanno invaso una superficie equivalente a 19.000 campi di calcio da serie A. Il fenomeno ha interessato principalmente i terreni agricoli e si è manifestato principalmente in pianura, come dimostra il fatto che fra il 1961 e il 2000 (censimenti agricoli ISTAT) la superficie agricola totale nella pianura della provincia di Pavia si è ridotta del 9,3%. La cancellazione di suolo agricolo negli ultimi 40 anni ha proceduto a ritmi superiori rispetto alle altre due province a vocazione agricola della bassa Lombardia (Cremona, Mantova) manifestandosi soprattutto nella piana dell’Oltrepo Pavese, come mostra la tabella che segue, in cui la superficie è espressa in ettari. Da ricordare che in Oltrepo si registra una forte concentrazione di cave per la estrazione dell’argilla.
Anno | 1961 | 2000 | %(1961-2000) |
Cremona | 155627 | 142955 | - 8,1 |
Mantova | 193180 | 175902 | -8,9 |
Pavia | 192695 | 174.834 | - 9,3 |
Lomellina | 96274 | 88343 | - 8,2 |
Pavese | 68070 | 61714 | - 9,3 |
Oltrepo | 28351 | 24777 | - 12,6 |
Nota. I dati di questa tabella sono riferiti unicamente al territorio di pianura dei distretti territoriali considerati
I dati più recenti dimostrano che la cancellazione dei suoli agricoli non mostra segni di remissione, ma anzi appare in crescita: tra il 1950 e il 1998 la superficie urbanizzata è cresciuta al ritmo di 272,6 ettari/anno (dati ISTAT e E.R.S.A.F. progetto D.U.S.A.F.). Tra il 1999 e il 2004 il tasso di urbanizzazione è aumentato a 355,8 ettari/anno e ha riguardato terreni agricoli, dal momento che la percentuale coperta da boschi non ha fatto segnare alcuna variazione sostanziale.
Le recenti tendenze che hanno caratterizzato l’economia della provincia di Pavia inducono a ritenere che il problema del consumo del suolo, se non affrontato con strumenti di pianificazione nuovi e specifici, sia destinato a farsi via via più grave. In risposta alla scarsa vitalità dell’economia si profilano progetti di basso contenuto sotto il profilo occupazionale e di notevole impatto sul territorio (termocombustori, centrali elettriche, piattaforme logistiche…) mentre il comparto agricolo vive una crisi profonda, culminata nella recente chiusura dello zuccherificio di Casei Gerola. L’introduzione della nuova normativa urbanistica regionale (legge 12/05) che trasferisce agli Enti Locali poteri decisionali importanti potrebbe indurre i
Insediamenti di ogni tipo invadono le aree agricole mentre imponenti aree industriali dismesse giacciono inutilizzate e abbandonate al degrado. Ad alimentare il consumo di suolo è una impostazione culturale figlia di un modello di sviluppo che ignora i limiti fisici dell’ambiente. Lo dimostrano le previsioni di crescita sovrabbondanti contenute nelle relazioni di accompagnamento ai Piani Regolatori dei Comuni. Prendiamo ad esempio la crescita demografica prevista dai Piani Regolatori urbanistici adottati da 6 Comuni (amministrati da Giunte di centro destra e di centro sinistra) della provincia di Pavia (Vigevano, Voghera, Cilavegna, Mede, Sannazzaro de Burgundi, Garlasco): la popolazione residente nel 2001 in questi 6 Comuni era pari a 119.488 unità. Secondo le previsioni future nei piani urbanistici il numero dovrebbe crescere del 53,6%, fino a 183.538 unità. La previsione di crescita di questi soli 6 Comuni, la cui popolazione nel 2001 rappresentava circa ¼ del totale dei residenti in provincia, ammonta a 64.050 persone, a fronte di proiezioni demografiche ISTAT che indicano numeri significativamente inferiori per l’intera provincia di Pavia.
Italia Nostra avanza le seguenti proposte per garantire uno sviluppo urbanistico sostenibile e attento alla valorizzazione dei suoli agricoli:
1) istituzione di un osservatorio sul consumo del suolo presso l’Amministrazione Provinciale e di una consulta in cui siano rappresentate le associazioni agricole e ambientalista
2) monitoraggio e contabilizzazione dell’uso dei suoli a cura del suddetto osservatorio
3) censimento dei fabbricati dismessi su scala comunale e predisposizione di interventi di recupero edilizio in alternativa alla occupazione di nuove aree agricole
4) attuazione di norme utili a favorire il recupero di fabbricati dismessi a cura dei soggetti privati (es.riduzione sensibile degli oneri di urbanizzazione)
5) classificazione dei suoli finalizzata alla conservazione dei suoli ruruali di maggior pregio sotto il profilo agronomico
6) esclusione della possibilità di prevedere nuovi insediamenti su porzioni di territorio agricolo non ancora urbanizzato se indipendenti o staccate da insediamenti urbani
7) interventi speciali sulle aree dove è più elevato il consumo del suolo, in particolare le periferie dei centri maggiori e le conurbazioni che si sviluppano linearmente lungo le principali arterie, con l’adozione di oportuni vincoli.
8) istituzione di parchi agricoli nelle aree di maggior pregio paesaggistico e dove più forte è la pressione urbana
Il valore dei suoli agricoli della pianura è inestimabile; bene sarebbe se l’Amministrazione Provinciale - facendo leva sul ruolo di assoluta rilevanza che la nuova legge 12/05 le attribuisce - assumesse iniziative per dare vita ad un patto per la tutela dei suoli di pianura, coinvolgendo Comuni, cittadini, associazioni agricole e ambientaliste.
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