sabato 30 giugno 2007

Quale futuro per l'agricoltura, se ci passa una autostrada sopra?

La serata del 28 giugno a Olevano Lomellina in pillole.

  • Sala gremita, ottimo riscontro di pubblico. Gli agricoltori rispondono. Era uno dei temi della serata
  • Ci sono dei politici presenti! Non capita di vederli spesso agli incontri sull'autostrada Broni Mortara. Sono i senatori Losurdo e Bosone (AN e Margherita rispettivamente) e il deputato Zucchi (DS). Tutti e tre nelle commissioni agricoltura di camera e senato
  • Che posizione avrebbero preso questi parlamentari era l'altro tema della serata. Hanno detto con varie sfumature che ci sono molte cose che non vanno bene in questa autostrada. Dalle scelte di progetto, alle modalità con cui è stato gestito il rapporto con i Comuni e con gli altri enti. Le osservazione erano del tipo:
    - le associazioni si sveglino (sic) e alzino il tono delle pretese visto che hanno ragione!
    - il pasticcio l'ha fatto la Regione (Formigoni+Abelli+Infrastrutture Lobarde) che si prendano le loro responsabilità.
    Bosone però va oltre e dichiara che il progetto così com'è deve essere bloccato per l'anomalia sulla VAS. Lo strumento con cui si pone il problema è una interrogazione parlamentare presentata da Ermete Realacci alla Camera.
  • Il prof. Ferloni sottolinea come le normative europee sulle tutele del territorio siano state recepite solo dalla regione Toscana, ci spiega cosa sono i corridoi ecologici, sottolinea prima ancora che la cattiva volontà, siano alla base del problema l'ignoranza e la mancanza di sensibilità ecologica dei nostri amministratori. D'altra parte è un tipo di sensibilità quasi del tutto assente in buona parte della popolazione italiana. Conferma infine i devastanti effetti che avrebbe l'autostrada sull'ecosistema lomellino.


Qui sotto le sequenze della serata.

(se clicchi su play vedi il video in questa pagina, se clicchi sull'immagine ma NON sul tasto play si apre you tube e vedi il filmato un po' più grande)

Panoramica sala gremita e presentazione serata



Giani e Fea, architetti, presentano il loro lavoro su ipotesi di sviluppo alternativo della Lomellina
Qui la possibilità di consultare tutto il materiale, compresi i due video in alta risoluzione.




Un rappresentante degli agricoltori lomellini racconta come è nato e quali sono stati i passaggi, variamente anomali, del progetto
Prima parte

Seconda parte


Intervento Duhr. Elogio della bellezza


Il sen. Losurdo (AN) difende gli agricoltori e trova molte incongruenze nel progetto. Contestazione finale perchè non prende una chiara posizione contraria. Nemmeno tanto sottesa una critica a Legambiente e ai comitati per scarso attivismo


Losurdo ribatte...questa è politica ragazzi, anche se sono contrario non oppongo un no ideologico e cerco i punti deboli del progetto


L'on. Zucchi (DS) pur dichiarandosi in generale a favore delle autostrade che si stanno costruendo in Lombardia, critica le anomalie sia di progetto che di procedurali della Broni Pavia Mortara...e pure lui se la piglia con Legambiente


Giuseppe Camerini di Legambiente prende la parola e risponde alle osservazioni .... "Dove eravate?" chiede in modo appassionato ai politici presenti...
e ricorda che 27 anni fa quando in provincia di Pavia si voleva costruire una centrale a carbone senza un adeguato sistema di filtraggio lui c'era a dire che era una follia...e dall'altra parte? Indovinate un po' il solito, onnipresente, Abelli....


L'on. Bosone conferma quanto detto dai colleghi, un richiamo al fatto che ciascuno (leggi Regione Lombardia) si deve prendere le proprie responsabilità ed alla necessità di un coordinamento forte a livello locale. Ma aggiunge che tramite una interrogazione parlamentare presentata da Ermete Realacci viene chiesta al governo l'interruzione dell'iter del progetto per l'anomalia della mancanza della VAS.


Il prof Ferloni e il consigliere provinciale Invernizzi commentano e argomentano


Brillante ed efficace intervento di Alessandro Confetti di Legambiente, che come già Giuseppe Camerini in precedenza, ribadisce l'attività fin qui svolta e chiede l'impegno dei politici "romani". 6 minuti con gli occhi puntati sulle loro facce, da non perdere.


Interventi finali tra cui Losurdo


Un metafisico Alfonso, degli amici di Beppe Grillo di Pavia, saluta i presenti e segnala l'attività e l'impegno dei "grillini" pavesi


Ornella Moro del coordinamento dei comitati, superba attivista, dice pane al pane, vino al vino quello che tutti pensiamo in quella sala della Broni Mortara e dei suoi brillanti fautori

lunedì 25 giugno 2007

Esempi di decrescita: le cooperative Mondragon

Da http://www.unmondopossibile.net/articolo/art0587.htm

La 'decrecita' non è una teoria socio-economica che possa sostituire l'attuale sistema, ma una tendenza accettabile sul come affrontare i problemi economici. Sorge spontanea una domanda: allora vi sarebbe da qualche parte in questo mondo, un esempio di applicazione di queste pratiche, privo degli effetti perniciosi del capitalismo edonistico e dello sviluppo illimitato?
Un esempio maturo sembra essere il progetto originario delle cooperative Mondragon dei Paesi Baschi: 70.000 persone occupate in 160 cooperative. Proprietarie dell'azienda in cui lavorano. Una testa un voto. Differenze tra i redditi in un rapporto tra 1 e 6, 10% degli utili devoluti a scopi sociali. Reddito pro-capite più alto in Europa fino al 1990. Il capitale come strumento di sviluppo, non obiettivo dell'esistenza. Una finanziaria coop, che realizza i servizi mutualistico e pensionistico, non concessi dal Governo spagnolo. Banche coop., supermercati coop, aziende di robotica, ricambi, agricole, commerciali tutte coop. Un'Università e un Centro di Ricerca di eccellenza. Le cooperative Mondragon, in uno studio di Betsy Bowman e Bob Stone (1), sono state ritenute più efficienti e performanti delle aziende capitaliste. Sono nate dal pensiero di Arizmendarrieta, un religioso che ha ridisegnato i fondamenti culturali di una economia socializzata: nessun povero, nessun super-ricco, tutti benestanti.

1. Betsy Bowman and Bob Stone - Cooperativization on the Mondragón Model As Alternative to Globalizing Capitalism - ©2005 GEO, Riverdale, MD 20738-0115 http://www.geo.coop

domenica 24 giugno 2007

sabato 23 giugno 2007

“Sviluppo (in)sostenibile e consumo di suolo

Fonte:

Italia Nostra, sezione di Pavia - Comitato agricoltori per la tutela del territorio


Il suolo è una risorsa finita e non rinnovabile. A subire la maggiore pressione che viene dalla urbanizzazione sono i suoli delle pianure, che la provincia di Pavia possiede in abbondanza. Si tratta di suoli tra i più fertili al Mondo, una risorsa economica di valore strategico. Questa sintesi riassume i dati contenuti in una relazione sul consumo di suolo agricolo che è possibile consultare nella sua versione integrale al sito www.piccolaterra.com. Fonte dei dati sono l’ISTAT, l’Ente Regionale di sviluppo agricolo (E.R.S.A.F.) e l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale (A.R.P.A.).

L’analisi di tali dati dimostra che il consumo di suolo nel territorio provinciale a partire dal 1950 sta procedendo a ritmi preoccupanti, secondo un modello di sviluppo che certamente non risponde alle esigenze del tanto sbandierato (ma molto ignorato) “sviluppo sostenibile”.

Dal dopoguerra ad oggi nella montagna e nella collina dell’Oltrepo Pavese si è registrato un accentuato spopolamento, cui si è accompagnata una riduzione degli spazi coltivati e un incremento della superficie forestale. In pianura la popolazione è cresciuta a partire dal dopoguerra, per poi assestarsi su valori sostanzialmente stabili in tempi più recenti. In linea con le tendenze che si manifestano su scala nazionale, nei centri maggiori (Pavia, Voghera, Vigevano…) si è registrato nell’ultimo decennio una contrazione demografica. Nel medesimo periodo si è registrata una continua dilatazione degli spazi urbani che ha interessato, se pure in maniera diversa, tutti i Comuni della pianura.

Passando ad esaminare i numeri, si può dire che nel 1950 (dati ISTAT) lo spazio urbanizzato in provincia di Pavia rappresentava il 3,4% del territorio, mentre nel 1998 le superfici impermeabilizzate (centri abitati, strade…) assommavano al 7,8% (dati geosatellitari elaborati da E.R.S.A.F., progetto D.U.S.A.F.).

Anno

1950

1998

1950 (%)

1998 (%)

Superficie non urbanizzata

286373

273288

96,7

92,2

Superficie urbanizzata

10097

23182

3,4

7,8

Risulta pertanto che tra il 1950 e il 1998 sono stati urbanizzati 13.085 ettari circa, equivalenti a 196.000 pertiche milanesi di terra agricola e forestale. Detto in altri termini, nell’arco di poco meno di un cinquantennio le aree urbanizzate hanno invaso una superficie equivalente a 19.000 campi di calcio da serie A. Il fenomeno ha interessato principalmente i terreni agricoli e si è manifestato principalmente in pianura, come dimostra il fatto che fra il 1961 e il 2000 (censimenti agricoli ISTAT) la superficie agricola totale nella pianura della provincia di Pavia si è ridotta del 9,3%. La cancellazione di suolo agricolo negli ultimi 40 anni ha proceduto a ritmi superiori rispetto alle altre due province a vocazione agricola della bassa Lombardia (Cremona, Mantova) manifestandosi soprattutto nella piana dell’Oltrepo Pavese, come mostra la tabella che segue, in cui la superficie è espressa in ettari. Da ricordare che in Oltrepo si registra una forte concentrazione di cave per la estrazione dell’argilla.

Anno

1961

2000

%(1961-2000)

Cremona

155627

142955

- 8,1

Mantova

193180

175902

-8,9

Pavia

192695

174.834

- 9,3

Lomellina

96274

88343

- 8,2

Pavese

68070

61714

- 9,3

Oltrepo

28351

24777

- 12,6

Nota. I dati di questa tabella sono riferiti unicamente al territorio di pianura dei distretti territoriali considerati

I dati più recenti dimostrano che la cancellazione dei suoli agricoli non mostra segni di remissione, ma anzi appare in crescita: tra il 1950 e il 1998 la superficie urbanizzata è cresciuta al ritmo di 272,6 ettari/anno (dati ISTAT e E.R.S.A.F. progetto D.U.S.A.F.). Tra il 1999 e il 2004 il tasso di urbanizzazione è aumentato a 355,8 ettari/anno e ha riguardato terreni agricoli, dal momento che la percentuale coperta da boschi non ha fatto segnare alcuna variazione sostanziale.

Le recenti tendenze che hanno caratterizzato l’economia della provincia di Pavia inducono a ritenere che il problema del consumo del suolo, se non affrontato con strumenti di pianificazione nuovi e specifici, sia destinato a farsi via via più grave. In risposta alla scarsa vitalità dell’economia si profilano progetti di basso contenuto sotto il profilo occupazionale e di notevole impatto sul territorio (termocombustori, centrali elettriche, piattaforme logistiche…) mentre il comparto agricolo vive una crisi profonda, culminata nella recente chiusura dello zuccherificio di Casei Gerola. L’introduzione della nuova normativa urbanistica regionale (legge 12/05) che trasferisce agli Enti Locali poteri decisionali importanti potrebbe indurre i Comuni a scegliere la via della urbanizzazione spinta per rimpinguare con ICI e oneri di urbanizzazione le casse sempre più vuote a causa dei continui tagli dei trasferimenti di risorse da parte dello Stato. E’ un rischio tangibile.

Insediamenti di ogni tipo invadono le aree agricole mentre imponenti aree industriali dismesse giacciono inutilizzate e abbandonate al degrado. Ad alimentare il consumo di suolo è una impostazione culturale figlia di un modello di sviluppo che ignora i limiti fisici dell’ambiente. Lo dimostrano le previsioni di crescita sovrabbondanti contenute nelle relazioni di accompagnamento ai Piani Regolatori dei Comuni. Prendiamo ad esempio la crescita demografica prevista dai Piani Regolatori urbanistici adottati da 6 Comuni (amministrati da Giunte di centro destra e di centro sinistra) della provincia di Pavia (Vigevano, Voghera, Cilavegna, Mede, Sannazzaro de Burgundi, Garlasco): la popolazione residente nel 2001 in questi 6 Comuni era pari a 119.488 unità. Secondo le previsioni future nei piani urbanistici il numero dovrebbe crescere del 53,6%, fino a 183.538 unità. La previsione di crescita di questi soli 6 Comuni, la cui popolazione nel 2001 rappresentava circa ¼ del totale dei residenti in provincia, ammonta a 64.050 persone, a fronte di proiezioni demografiche ISTAT che indicano numeri significativamente inferiori per l’intera provincia di Pavia.

Italia Nostra avanza le seguenti proposte per garantire uno sviluppo urbanistico sostenibile e attento alla valorizzazione dei suoli agricoli:

1) istituzione di un osservatorio sul consumo del suolo presso l’Amministrazione Provinciale e di una consulta in cui siano rappresentate le associazioni agricole e ambientalista

2) monitoraggio e contabilizzazione dell’uso dei suoli a cura del suddetto osservatorio

3) censimento dei fabbricati dismessi su scala comunale e predisposizione di interventi di recupero edilizio in alternativa alla occupazione di nuove aree agricole

4) attuazione di norme utili a favorire il recupero di fabbricati dismessi a cura dei soggetti privati (es.riduzione sensibile degli oneri di urbanizzazione)

5) classificazione dei suoli finalizzata alla conservazione dei suoli ruruali di maggior pregio sotto il profilo agronomico

6) esclusione della possibilità di prevedere nuovi insediamenti su porzioni di territorio agricolo non ancora urbanizzato se indipendenti o staccate da insediamenti urbani

7) interventi speciali sulle aree dove è più elevato il consumo del suolo, in particolare le periferie dei centri maggiori e le conurbazioni che si sviluppano linearmente lungo le principali arterie, con l’adozione di oportuni vincoli.

8) istituzione di parchi agricoli nelle aree di maggior pregio paesaggistico e dove più forte è la pressione urbana

Il valore dei suoli agricoli della pianura è inestimabile; bene sarebbe se l’Amministrazione Provinciale - facendo leva sul ruolo di assoluta rilevanza che la nuova legge 12/05 le attribuisce - assumesse iniziative per dare vita ad un patto per la tutela dei suoli di pianura, coinvolgendo Comuni, cittadini, associazioni agricole e ambientaliste.

comitatoagriter@libero.it

lunedì 18 giugno 2007

Modelli di sviluppo del territorio

Alcuni dei contenuti dell'incontro di Bressana Bottarone del 16 Giugno con Giorgio Boatti e Luca Mercalli

Sono state presentate le cifre del consumo di suolo nella nostra provincia. E come è stato difficile ricostruirle da parte di Legambiente e dei comitati contro la Broni-Mortara Le stime del consumo di suolo non fanno parte come dovrebbe essere degli elementi di valutazione di politici e ammimistratori. Questi non hanno un progetto complessivo per il territorio (perlomeno non un modello dichiarato). Ragionano per singole situazione, per interesse personale e di partito, per opportunità politica. Il territorio è visto come qualcosa da usare senza limiti.

Il concetto distorto di sviluppo che fa coincidere ques'ultimo con la crescita edilizia. Le critiche a questo modello. Le possibilità alternative (puntando ad esempio sulla manutenzione e sulla messa a norma energetica di quello che già abbiamo).

Il tipo di danno "irreversibile" legato al consumi di suolo. Un'area su cui costruisco è persa per sempre per altri usi (sulla scala umana dei tempi), altri errori sono recuperabili. Questo no.

L'agricoltura dimenticata (Mercalli è stato premiato per il libro "Le mucche non mangiano cemento"). Il paradosso per cui qui, su uno dei migliori suoli agricoli del pianeta, costruiamo capannoni e poi importiamo asparagi dalla Cina (...Mercalli aveva con sè un vasetto di asparagi cinesi comprato in un supermercato). Questo "modello" che adesso appare così solido potrebbe essere messo in crisi dal mutare delle condizioni, vedi minore disponibilità di combustibili fossili. Questo causerebbe una crisi alimentare, non potremmo più importare cibo e non avremmo più i campi per coltivarlo.

Il "bello" oltre che l'utile, il giusto ed il ragionevole come categoria violata. Oltre che dannoso, irragionevole, miope questo modello di sviluppo genera manufatti orrendi (scatoloni vari, autostrade, ecc). Una educazione al bello farebbe da volano ad altre virtù.

Le stime addomesticate. Dati delle centraline ARPA sui livelli di inquinamento, si sospetta che siano taroccate (vedi foto satellitari che indicano la pianura Padana come la zona più inquinata d'Europa) mentre i dati della Regione sono sempre "rassicuranti".
Stime di crescita demografica gonfiate (Bressana dovrebbe raddoppiare secondo gli amministratori locali che devono giustificare piani regolatori basati sul cemento), in realtà l'incremento demografico secondo l'ISTAT tra gli ultimi 2 censimenti è stato dello 0,6%


Partecipazione di pubblico

La sala era stracolma, non sono bravo nelle stime ma direi che 200 250 (300?) persone c'erano tutte.
A sentire Gianluca e Nicola c'erano moltissime facce nuove, a conferma del fatto che il fenomeno (sia la protesta che la volontà di capire/partecipare) si sta estendendo.

Ci sono stati diversi applausi a scena aperta e in generale un grande interesse da parte dei presenti.

I politici

Tra i politici c'erano Irene Campari (consigliera comunale di Pavia), un consigliere Comunale di Sommo e una di Bressana. Questi tre hanno anche preso la parola spiegando il loro punto di vista e le difficoltà che hanno avuto.

In particolare
la Campari ha raccontato di come il sì alla autostrada sia arrivato da una decisione di Giunta (sindaco più assessori), non solo è mancato il confronto con la cittadinanaza ma anche quello in Consiglio. Ha inoltre ricordato nomi e cognomi di questo inciucio: Gavio, Formigoni e Abelli.
La consigliera di Bressana ha messo l'accento sulla fatica quotidiana di combattere questa battaglia, si è detta estenuata da un anno di scontri ma felice nel vedere la sala piena e convinta che siamo ad un punto di svolta, che sta iniziando un percorso nuovo.
Infine il consigliere di Sommo ha rivendicato (giustamente) il fatto che il suo è stato l'unico Comune a votare contro il progetto, ha stimolato i presenti a "farsi rappresentare" in modo attivo ed ha invitato a firmare per la nuova raccolta firme per chiedere l'annullamento di tutta la procedura della Broni Mortara per i pesanti vizi legati all'aggiramento della Valutazione Ambientale Strategica e alle altre anomalie.
I 3 hanno sottolineato inoltre come tutto sia stato studiato dalla Regione per mettere in difficoltà e forzare la mano ai sindaci (vedi i tempi ristrettissimi per esaminare il progetto e le pressioni di vario genere).

domenica 10 giugno 2007

Ricominciamo a parlare di Autostrade

Segnaliamo alla Provincia Pavese la nesessità di ricominciare a seguire le vicende della Broni-Mortara, l'autostrada che nessuno vuole.
Qui di seguito la proposta di dibattito inviata sul sito del quotidiano.


Autostrada Broni - Mortara Ho visto come questo tema stia scomparendo dai giornali. Eppure si stanno formando comitati (per quanto ne so tutti contrari), si sta profilando uno scontro istituzionale tra i Comuni da una parte e l'asse Provincia di Pavia - Regione Lombardia dall'altra (per la V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica che starebbe seguendo un iter non regolare), come è emerso dal Consiglio Provinciale di venerdì 8 giugno in cui la maggioranza ha bloccato l'approvazione di un ordine del giorno che tendesse a fare chiarezza sulla VAS.
Insomma sarebbe utile che su "La Provincia Pavese" si ricominciasse a parlare di questo progetto.
E' anche un caso emblematico di opera pubblica imposta dall'alto, invece che decisa dai cittadini. L'autostrada che nessuno vuole, che non risolve i problemi di mobilità locale, che costa molto, che devasterà il territorio ma che certamente si farà.
Anche questo è "casta".

venerdì 8 giugno 2007

Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti benedicti

Se proprio dobbiamo ricominciare da qualcosa.

Napoletani svegliatevi

Leggo con orrore dall'Espresso .... (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Ecco-i-padrini-dei-rifiuti/1629407&ref=hpstr1)

"Quand'è nato Francesco sembrava andasse tutto bene. Dalle mani dell'ostetrica però viene direttamente portato in incubatrice. La madre l'ha intravisto appena. Al bimbo manca un rene, i ventricoli del cuore hanno disfunzioni gravi, l'ano è imperforato. Ma se lo guardi, il piccolo però sembra perfetto, sgambetta, ha un viso sereno. Il primario del reparto incontra il padre: "Questa settimana è già il terzo bambino nato con molteplici malformazioni", dichiara, quasi che il dato elevato avesse portato queste nascite ad apparire ordinarie, casi che quindi non stupiscono e non spaventano i medici. Ai genitori bisogna dare una spiegazione che non li faccia sentire in colpa per i problemi del loro figlio e il motivo che si concede è "ammettere che anche la malformazione è una normalità. Senza troppe tragedie".

Ad ascoltare queste parole bisogna respirare a lungo per mantenere la calma, non aver voglia di spaccare a pugni le vetrate dell'ospedale. Perché questa normalità è una normalità di queste terre. Gli ultimi dati pubblicati dall'Organizzazione mondiale della sanità riguardo la Campania sono incredibili, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro. Pancreas, polmoni, dotti biliari più del 12 per cento rispetto alla media nazionale. E le donne le più colpite.

V'è un dato, però, uno in particolare, che lascia la bocca senza saliva. L'80 per cento delle malformazioni fetali in più rispetto alla media nazionale. È un dato che prende allo stomaco, che quando lo ascoltano le madri è come se maledissero di aver concepito il bambino nella loro terra, si vorrebbe scappare, tornare indietro. La storia dei rifiuti potrebbe essere fatta attraverso le biografie dei malati di cancro, attraverso i territori dell'entroterra che prima coltivavano ortaggi e ora raccolgono rifiuti d'ogni genere."


Come potete....accettare il sacrificio dei vostri figli ...

Napoletani ... nessuno vi aiuterà ....

martedì 5 giugno 2007

Moratoria sul consumo di suolo

Qui molte notizie ben organizzate su urbanistica, territorio, città, paesaggio (grazie Eddy).

E sul consumo di suolo.

Sulla schizofrenia della villetta a schiera, del centro commerciale, e .... stella di prima grandezza degli ultimi anni .... dei centri per la logistica. Sì, quei mostruosi, giganteschi, nonchè inutili, aggregati di cemento costruiti, perlomeno dalle nostre parti, in mezzo ai campi (le "nostre parti" sono la provincia di Pavia, terra perlaltro già offesa in passato e minacciata da una inutile bretella autostradale, la famigerata Broni Mortara). Ma non divaghiamo perchè è necessario affermare un principio.

Questa terra per noi è sacra.

Da qui discende una conseguenza ovvia. Ogni metro quadrato di suolo libero è sacro. Se decidiamo di sacrificaro costruendoci sopra qualcosa ci deve essere una valida, giustificata e condivisa ragione. Se decidiamo di farlo è perchè non ci sono alternative.

Nel frattemo, nell'attesa che si definiscano regole e meccanismi adeguati, bisogna arrivare ad una moratoria del consumo di suolo.

Bisogna smettere di usare suolo libero (agricolo o naturale che sia).

Le imprese di costruzioni devono farsene una ragione, potranno gingillarsi ricostruendo le aree già costruite, al limite, e trastullarsi con le ristrutturazioni e l'applicazione dei criteri di risparmio energetico al costruito, business quest'ultimo di inimmaginabile portata.

L'"emergenza casa" va affrontata in modo diverso, da diversi decenni c'è "fame di case", da diversi decenni la pololazione italiana è praticamente stabile... ci vorrà qualche idea nuova?

I pubblici amministratori devono guardarsi allo specchio, sputarsi in faccia, chiedere perdono e cominciare a rimediare ai danni. Se il cittadino disattento e inguaiato è colpevole, se l'imprenditore miope e palazzinaro è doppiamente colpevole, il politico e il pubblico amministratore sono triplamente colpevoli.


Non dobbiamo avere paura.

Siamo dalla parte della ragione. Abbiamo volontà, visione, progetto.
Rimane solo qualche decina di milioni di italiani da "svelare", è necessario fare presto.