mercoledì 15 agosto 2007

Che ne sai tu di un campo di grano

Lo scenario è quello del defunto zuccherificio di Casei Gerola per cui si prospetta la rinascita, grazie a finanziamenti pubblici, sotto le variate forme di stabilimento per la produzione di bioetanolo.
Tutto bene, tutti contenti, anche per gli aspetti occupazionali, un unico neo: si cambia localizzazione.
Il nuovo stabilimento infatti non nascerà sulle ceneri di quello preesistente, come vorrebbe il buon senso, ma a Zinasco, una altro comune del pavese e su ottimo suolo agricolo.

Ma perché spostare lo stabilimento?
Il pretesto ufficiale è di quelli offensivi per l'intelligenza dei più, si dice infatti che la vicinanza della linea ferroviaria abbia determinato la scelta di Zinasco.
Vediamo perché l'argomento è pretestuoso.
1) La ferrovia a Casei Gerola non c'è, ma a meno di 5 chilometri c'è l'importante nodo ferroviario di Voghera, inoltre Casei Gerola dispone di uno svincolo autostradale della Milano-Genova... sembra teatro dell'assurdo, qui l'autostrada c'è, ma evidentemente non la si vuole usare, in compenso se ne vuole costruire una nuova (la Broni-Mortara) probabilmente per non usare nemmeno quella in futuro in modo da avere il pretesto per ulteriori inutili, costosissime e devastanti infrastrutture.
2) La perdita definitiva di un'altra porzione di terreno coltivabile è ben più significativa dell'inquinamento indotto dal trasferimento delle produzioni agricole dalla stazione di Voghera all'impianto di Casei Gerola. Inoltre nulla vieterebbe, per questa breve tratta, di utilizzare veicoli elettrici, o comunque a basso impatto ambientale.
3) Tutta questa attenzione al trasporto su rotaia non emerge dalle politiche delle amministrazioni locali, Regione Lombardia e Provincia di Pavia in primis, che paiono ineluttabilmente stregate dalla gomma.

Veniamo alle ragioni vere.

Nuovi luminosi destini attendono l'area dell'ex zuccherificio. Si parla infatti di "terziario avanzato".
Forse un centro di ricerca sulle telecomunicazioni? O alleanze università-impresa per definire nuove metodologie produttive? Meglio... molto meglio... verrà infatti realizzato... UN OUTLET!
Nel nome delle "grandi firme", vero modello culturale dell'Italia di oggi, centocinquanta negozi, forse duecento, tutti "griffati", si sostituiranno ai macchinari e ai residui di lavorazione delle barbabietole.

Se vogliamo chiamare le cose con il loro nome si tratta di "terziario antiquato"...ma come si sa siamo bravi a giocare con le parole.

Quindi ricapitolando è la solita questione di soldi.
1) Italia Zuccheri prende i soldi UE per la bonifica del terreno
2) Vende il terreno di Casei destinato al "terziario avanzato" con cospicui ricavi
3) Con 3 lire si compra il terreno agricolo a Zinasco
4) Sempre con finanziamenti UE sul terreno agricolo realizza lo stabilimento per la produzione del bioetanolo
5) La produzione comincia, dal 2010, e sarà sostenuta da incentivi pubblici

Il problema sta ai punti 2 e 3. E' una responsabilità della politica far sì che non sia conveniente bruciare suolo agricolo quando c'è a disposizione un'area dismessa perfettamente utilizzabile.

Notate che tutto starebbe in piedi comunque, e che con una tale messe di finanziamenti pubblici i rischi per l'imprenditore si annullano.
Da Roma deve ancora arrivare l'ok definitivo, l'ultima speranza di un ravvedimento che preservi il territorio non cementificato risiede presso il Ministero delle Politiche Agricole. Sarebbe un bel segnale in un contesto in cui prevale l'inciucio affaristico a scapito dell'ambiente.

In tutto questa situazione non si capiscono le dichiarazioni trionfali del sindaco di Zinasco per il primo impianto industriale del paese.
Porterà sicuramente molti problemi, rumore, inquinamento, paesaggio penalizzato. Posti di lavoro nessuno perchè sono destinati agli ex dello zuccherificio, il sindaco allude all'indotto...ma non si capisce quale indotto possa portare qualche decina di pendolari da Casei Gerola... se va bene si potrà aprire un bar.

Domanda per il sindaco di Zinasco ... ma se non ce la avete mai avuta un'industria in paese, siete proprio sicuri di volerne una?

Ulteriore considerazione. Tra gli effetti dell'apertura dell'outlet, la crisi certa per i negozi di abbigliamento, scarpe, accessori della zona di Casei Gerola non sembra interessare nessuno.

P.S.
Ovviamente anche in questo caso la manovra è stata condotta in perfetto stile abellian-formigoniano e non ha visto il coinvolgimento delle comunità locali. Queste sono state informate a decisione presa.

Quando impareranno?

1 commento:

Anonimo ha detto...

non fa una grinzia il tuo ragionamento...che pena