mercoledì 8 agosto 2007

Miracolo in piazza Italia!! La Provincia si accorge che ci sono troppe logistiche

Ma dopo avere approvato la Broni - Mortara, l'infrastruttura madre di tutte le logistiche, riesce difficile interpretare l'attuale presa di posizione.

San Siro concede la grazia! Apprendiamo infatti che la Provincia si mette a fare le pulci alla logistica. Ma non solo, rivendica anche una specie di primogenitura in questo ruolo, lamentando però scarso credito presso i Comuni.

La questione in sintesi è questa (cliccate sull'articolo per ingrandirlo). La Provincia non approva le nuove proposte di logistica per Landriano e per Vellezzo Bellini, chiama quindi in causa la Regione per bloccare l'iter dei nuovi insediamenti.

Già, perché in prima battuta il Comune di Landriano ha fatto notare, tramite il suo legale, che la Provincia non è competente sulla questione della nuova logistica, peraltro piazza Italia ribatte che la competenza c'è essendo una strada provinciale l'arteria sulla quale insisterebbe il surplus di traffico.

Al di là del caso specifico non stupisce la mancanza di carisma della Provincia. Dopo aver sostenuto in modo acritico la realizzazione della "madre di tutte le logistiche" e cioè la famigerata autostrada Broni - Pavia - Mortara, riesce infatti difficile spiegare ai vellezzesi perchè tutti se la prendano coi loro miseri 200.000 metri quadri di suolo agricolo a cui cambiare destinazione quando nessuno fa una piega nel consumarne 4.000.000 (4 miloni) attraversando risaie, parchi, zone protette, più altri 3.000.000 (3 milioni) con i due interporti di Mortara e Bressana Bottarone, più un effetto domino di opere aggiuntive, non precisamente quantificabile oggi, ma di certo profondamente invasivo.

Acriticità di giudizio da parte della Provincia che ha riguardato non solo il merito dell'opera, peraltro contestabilissima (dubbia utilità, costi eccessivi, danni ambientali sproporzionati, modello di sviluppo anni '60), ma anche per il metodo, tutto stratagemmi, furbizie e promesse non mantenute adottato dalla Regione. La Provincia ha appoggiato tutto, sempre e comunque. Mai un dubbio, mai una voce di dissenso.

Perché tutto questo rigore adesso e la voce grossa coi "piccoli"? Ci sono forse meno pressioni esterne su questi progetti e si può finalmente tornare a svolgere con coscienza il proprio compito? O forse è necessario creare un precedente per poter dire tra qualche tempo che anche la Provincia aveva lanciato il grido d'allarme? Oppure si credeva di poter controllare il fenomeno, e si è finiti come chi volendo bruciare gli sterpi si ritrova tra le mani un incendio?

Perché il solito desolante chiudere la stalla quando i buoi sono scappati? Perché è così difficile vedere che gli equilibri si stanno rompendo, che stiamo diventando un'altra cosa da quella che eravamo e che non l'abbiamo scelto noi, che i fantasmi di Rozzano e dell'hinterland milanese, urbanisticamente parlando, incombono?

Perché la Provincia pur non avendo redatto il piano per la logistica che le compete ha consentito che le strutture logistiche si insediassero capillarmente?
E questo atteggiamento non vuol dire in realtà avere un piano per la logistica, e avercelo ben chiaro?

P.S.
Il giorno successivo Poma, presidente provinciale, precisa, con una lettera alla Provincia Pavese, di non essere mai, comunque e in nessun caso contro Formigoni (e c'era da precisarlo?), inoltre: "chiede di poter avere strumenti più efficaci di pianificazione delle varie infrastrutture sul territorio, attraverso prescrizioni vincolanti che non riguardino solo la salvaguardia paesaggistica-ambientale" (come dire che sulla salvaguardia gli strumenti ci sono e sono sufficienti... evidentemente quindi tutto si riduce ad un puro esercizio accademico, gli piace l'idea di averli a disposizione ma forse teme che adoperandoli si possano usurare).

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