sabato 1 marzo 2008

I parchi lombardi chiedono la moratoria. Il parco del Ticino brilla per la sua assenza

Richiesta di Moratoria sull’emendamento 13 bis alla L.R. 12/05 e sul PDL recante Norme per l'istituzione e la gestione delle aree protette e la tutela della biodiversità regionale


Gli scriventi sono Presidenti dei Parchi regionali della Lombardia, direttamente interessati dalle recenti e velocissime iniziative legislative regionali che, in parallelo, attraverso modifiche della legge urbanistica regionale 12/05, e attraverso un disegno di riforma della L. R. 86/83, in tema di aree protette, mirano a modificare profondamente l’attuale assetto delle competenze in tema di pianificazione delle aree protette.

In particolare, entrambi i provvedimenti sminuiscono l’azione programmatoria degli Enti gestori dei Parchi: l’emendamento 13 bis prevede la possibilità da parte dei Comuni di richiedere varianti al Piano Territoriale di Coordinamento dei Parchi Regionali che, se respinte dall’Ente gestore del Parco, possono essere sottoposte alla Giunta Regionale per l’approvazione definitiva. Il nuovo PDL prevede, tra l’altro, che i piani dei parchi siano approvati dalla Giunta Regionale e non dal Consiglio Regionale.

Si tratta dunque di una previsione che altera profondamente il rapporto attualmente esistente tra istituzioni, mediante la sostanziale parificazione degli interessi di cui sono portatrici le amministrazioni comunali - e della loro pianificazione territoriale a fini urbanistici – con interessi di cui sono portatori gli enti parco, protagonisti di una pianificazione guidata da esclusive finalità di tutela dell’ecosistema.

Risulta inoltre stravolto il principio di sussidiarietà, con l’aumento del ruolo invasivo della Regione, né si tiene conto delle storie locali che generarono i parchi stessi: è da sventare il rischio di una nuova colonizzazione da parte delle aree metropolitane nei confronti dei cittadini che, con enormi sacrifici e attraverso generazioni hanno difeso la propria terra da un irrazionale sfruttamento delle risorse.

Di queste proposte molto si è detto in queste ultime settimane, con un’eco che ha trovato ampio spazio nella stampa e presso l’opinione pubblica, che ha immediatamente sollevato una serie di perplessità legate alla concomitanza di questo fervore modificatore con i progetti di sviluppo urbano legati all’Expo 2015, la imminente scadenza della legislatura, nonché le incombenti infrastrutturazioni legate ad opere viabilistiche di forte impatto per il territorio lombardo e il suo ecosistema.

I firmatari di questa proposta


fiduciosi nella volontà della Regione di voler tutelare in modo serio un territorio lombardo che più di ogni altro ha sacrificato le risorse ambientali allo sviluppo dell’intera nazione, tenuto conto che il consumo del suolo, già di per sé elevato in regione Lombardia, e soprattutto nell’area metropolitana, è vicino alla soglia di sostenibilità del 55 %, definita dal piano territoriale di coordinamento provinciale, limite oltre cui non è più possibile garantire la rigenerazione ambientale del suolo (si veda cartina);





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alla luce dell’esperienza positiva scaturita da oltre vent’anni di applicazione delle legge regionale in materia di aree protette, che ha visto i Parchi proporsi come veri portatori dello sviluppo sostenibile, e latori di importanti processi condivisi di valorizzazione economica del proprio territorio, pur compatibile con le esigenze di conservazione dell’ecosistema

considerato che siamo alla fine della legislatura regionale, che per prassi è convulsa e vede affastellarsi nelle aule consiliari provvedimenti di ogni genere che richiedono speditezza nella trattazione e decisione, tutte caratteristiche che non si addicono alla materia della pianificazione delle aree protette;

rilevato che lo Statuto regionale, in via di ultimazione, pare essere la necessaria cornice normativa in cui potrebbe trovare collocazione la riforma delle legislazione regionale in tema di aree protette, alla luce delle maggiori autonomie introdotte dalla riforma del Titolo V della Costituzione, sia pure nell’ambito della competenza concorrente, come si verifica in materia di ambiente

propongono

una moratoria nell’iter di approvazione sia dell’emendamento alla LR: 12/05 che del PDL sulle aree protette, che rinvii alla nuova amministrazione regionale, varato lo Statuto regionale, la modifica dell’attuale assetto di competenze tra Parchi e Comuni, in modo che la materia possa essere trattata senza strumentalizzazioni, con la serenità e la serietà che si conviene a scelte da cui dipende il futuro dei parchi lombardi e la tutela di un territorio, come si è detto, già pesantemente afflitto dal consumo dei suoli.

Galbiate, 28 febbraio 2008

Firmato

Parco del Monte Barro,Giuseppe Panzeri, Parco Adda Nord,Agostino Agostinelli ,Parco Oglio Sud, Alessandro Bignotti, Parco Nord Milano, Ignazio Ravasi, Parco delle Orobie Bergamasche, Franco Grassi, Parco dell’Adamello,Alessandro Bonomelli, Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, Mario Clerici,Parco dei Colli di Bergamo,Gianluigi Cortinovis, Parco Agricolo Sud Milano, Bruna Brembilla, Parco Adda Sud, Attilio Dadda, Parco Alto Garda Bresciano, Bruno Faustino, Parco Montevecchia e della Valle del Curone, Eugenio Mascheroni, Parco del Mincio, Alessandro Benetti, Parco Campo dei Fiori, Giovanni Castelli, Parco Grigne Settentrionale, Carlo Molteni,


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