venerdì 22 febbraio 2008

La legge della giungla che divora i nostri parchi

Riprendiamo dall'aggiornatissimo Eddyburg

La legge della giungla che divora i nostri parchi
Dalla Repubbliaca del 22.02.2008

Autore:

Secca e chiara denuncia dell’atteggiamento arrogante che ha prodotto l'“emendamento ammazzaparchi” lombardo. La Repubblica, ed. Milano, 22 febbraio 2008

Quando una città cresce e si espande sente il bisogno affannoso di reperire nuove aree edificabili; e le cerca nelle immediate vicinanze, occupando senza scrupoli i terreni ancora liberi, sotto la spinta di una miope ed esclusiva ricerca di speculazione. Analogamente, una tribù di selvaggi, quando cresce di numero, occupa violentemente nuovi territori limitrofi, sotto la spinta di una impellente necessità di sopravvivenza. Una stessa legge della giungla domina due comportamenti ugualmente violenti. Tuttavia, mentre una città retta dal "buon governo" padroneggia la sua espansione e la inquadra in piani di razionale sviluppo urbanistico, volti a conseguire un auspicabile bene comune; al contrario una città retta dal "mal governo", come quello che amministra oggi Milano, allunga i tentacoli della sua espansione su qualsiasi territorio a portata di mano, evitando deliberatamente di accertarsi se questi territori abbiano un valore ambientale o storico, o monumentale. Nei programmi del "malgoverno" non esiste il concetto di bene comune, esiste soltanto l’interesse ed il tornaconto dei singoli gruppi privati, cioè delle lobby.
In questi giorni sta per essere presa dalla Regione Lombardia una iniziativa offensiva e sciagurata; una offensiva che modifica la attuale legge urbanistica e peggiora sensibilmente le norme di protezione dei parchi naturali. I parchi naturali, quando si trovano ai margini della città, vengono comprensibilmente valutati, da parte di costruttori avidi e di amministratori poco scrupolosi, come tesori rari ed inestimabili. Una edificazione interamente collocata nel verde acquista infatti un invidiabile pregio e garantisce un altissimo profitto.

Con la precedente legge regionale era stata ottenuta una lodevole conquista, culturale e civica allo stesso tempo: il paesaggio, sia naturale che monumentale, veniva considerato come un bene di assoluta proprietà collettiva, un bene da salvaguardare gelosamente in nome di comuni e generali principi etici ed estetici; principi analoghi a quelli invocati dall’Unesco quando si impegna a salvaguardare luoghi di particolare valore, definiti "patrimonio dell’umanità". La nuova legge regionale calpesta questi principi e apre la porta a una distruzione dei parchi naturali, selvaggia e indiscriminata. Ipocritamente presentata come una occasione di abbellimento del territorio lombardo, la nuova legge in realtà apre le strade alla distruzione di quella parte di territorio ancora verde posto a Sud di Milano, e sopravvissuto alla edificazione caotica del dopoguerra; mentre dalla stessa edificazione è stata irrimediabilmente sfigurata la parte posta a Nord, la (un tempo) amena Brianza. Con una subdola norma, che può sembrare innocua ed è invece letale, la nuova legge demanda alla Regione il potere di concedere nuove edificazioni all’interno dei parchi, anche contro il parere dei Comuni interessati, cioè dei primi ufficialmente autorizzati a deliberare, perché inclusi nei confini del Parco e costituenti di questo parte integrante. "Allarme cemento nei parchi", diceva ieri, con enfasi appropriata, questo quotidiano; si dovrebbe aggiungere oggi, con toni angosciati, "Allarme, eccidio del paesaggio".


Se ne parla anche sulla stampa locale. Dalla provincia pavese del 22 febbraio 2008.

«Ammazza parchi», battaglia in aula
Il 4 marzo il consiglio regionale decide dopo il sì in commissione

MILANO. Dopo «sì» della commissione Territorio del Consiglio regionale della Lombardia all’emendamento sulla legge urbanistica che riguarda i Parchi (fra le proteste del centrosinistra che annuncia opposizione) il testo arriverà in aula il 4 marzo. La modifica affida alla Regione la decisione finale sulle varianti urbanistiche su cui non si trovano d’accordo Comuni e Enti parco: in pratica, se un ente dice no a una variante voluta da un Comune, la decisione finale passa alla Regione Lombardia.
«E’ una norma - hanno sostenuto Verdi, Sinistra democratica e Prc - che può segnare la fine dei parchi lombardi, a cominciare dal Sud Milano, sul quale da tempo incombono gli interessi dei costruttori sostenuti dal Comune di Milano». Anche il partito democratico definisce «il contenuto dell’ emendamento assolutamente improprio, così come - ha spiegato il consigliere Maria Grazia Fabrizio - giustificate sono le preoccupazioni che giungono dalla società lombarda, cioè Comuni, Province, Enti parchi, associazionismo, a proposito di questo testo». Federparchi, Wwf, Fai e Legambiente hanno più volte il loro secco no a quello che è stato soprannominato «l’emendamento ammazzaparchi».
Il presidente della commissione Territorio Marcello Raimondi ha però difeso non solo la norma sui parchi ma tutte le modifiche alla legge urbanistica che sono state approvate oggi. «La legge - ha sottolineato l’esponente di Forza Italia - è rispettosa dei parchi e delle loro specificità. Proprio per evitare dissidi inconcludenti per il territorio abbiamo previsto una novità importante costituita dal ruolo di arbitrato assegnato alla Regione per risolvere conflitti tra ente parco e singoli Comuni». Dunque, secondo Raimondi, non c’è alcun pericolo di speculazione edilizia. Anzi le nuove norme disegnano «una Lombardia - ha aggiunto - ancora più bella». Fra le novità, che per entrare in vigore dovranno essere approvate dal Consiglio regionale, ci sono l’obbligo di prevedere opere di mitigazione ambientale per le nuove infrastrutture di mobilità, il divieto di costruire vicino a ferrovie e autostrade e anche di montare cartelloni pubblicitari lungo le nuove strade. Una norma già prevista negli accordi di programma di infrastrutture come la nuova autostrada Cremona Mantova. E’ introdotto l’obbligo per i Comuni di prevedere la certificazione energetica degli edifici sono previste semplificazioni per i Comuni che hanno meno di 15 mila abitanti e ancora di più per quelli che ne hanno meno di duemila. Si permettono sconti del 50% degli oneri urbanistici per i progetti di housing sociale e si introduce l’obbligo del parere dei Comuni limitrofi prima di poter costruire un nuovo campo nomadi. Norme sulle aree dismesse e sulla sicurezza nei cantieri completano le modifiche che «tengono conto di 2 anni di applicazione delle norme, perfezionandole e rendendole più efficaci».


Vogliono cementificare ancora di più»
Duri gli ambientalisti. Porcari: «La stessa legge cambiata 4 volte»


MILANO.«L’emendamento tenacemente voluto dall’assessore Boni della Lega Nord e dalla giunta segna il ritorno del furore cementificatore nella legislazione regionale, ai danni dell’unica istituzione di tutela che ha dimostrato di reggere alle ondate immobiliari nell’ultimo trentennio: i parchi». E’ stato durissimo il commento delle associazioni ambientaliste Legambiente, Fai, Wwf, Italia Nostra. «E’ davvero singolare che una Regione che si dichiara fautrice di valori come sussidiarietà e federalismo introduca una norma che, di fatto, reintroduce la valutazione centralistica regionale degli strumenti urbanistici locali, solo al fine di concedere nuovo spazio al cemento in tutta la Regione».
«È la quarta volta che si mette mano a una legge urbanistica approvata meno di tre anni fa - ha commentato il consigliere regionale del Partito democratico Carlo Porcari -. E per l’ennesima volta si tratta di una variazione di carattere mirato e non di carattere generale, secondo un metodo del tutto inaccettabile. Nel merito, il centrodestra ha approvato una norma priva di buonsenso, che rischia di vanificare 30 anni di storia dei parchi lombardi, nati per garantire un governo condiviso delle questioni urbanistiche e territoriali nelle aree meritevoli di tutela ambientale. Con questo emendamento, che viene presentato dai suoi sostenitori come strumento per risolvere i contenziosi tra i parchi e i comuni, si assesta in realtà un colpo fortissimo al federalismo sostanziale e alla sussidiarietà, perché la Regione si arroga competenze amministrative in materia urbanistica che sono dei Comuni, delle Province e degli enti Parco, a loro volta partecipati dai Comuni interessati».

Chi non l'avesse ancora fatto firmi online per i parchi www.piccolaterra.it

Nessun commento: